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Il doodle Google di oggi è dedicato al 166° della nascita di Karl Gustavovič Faberže (30 Maggio 1846), noto come Peter Carl Fabergè, gioielliere e orafo russo, noto soprattutto per aver realizzato le famose uova d’oro,
smalti e pietre preziose, costruiti come le matrioske.
Il primo uovo venne realizzato
nel 1885 su commissione dello Zar
Alessandro III Romanov, che lo donò alla zarina Maria
Fyodorovna, sua moglie, in occasione della Pasqua. Da quell’anno questa “preziosa” donazione venne perpetuata fino al 1917 e Fabergè divenne “gioielliere di corte”.
Tra il 1885 ed il 1917 il gioielliere realizzò ben 57 uova, tutte diverse, che sono
piccole e grandi opere d’arte orafa, attualmente custodite, per la maggior parte, al museo dell’Arsenale
del Cremlino.
Ben 8 mancano all’appello. Magari
fossero a casa mia J)))
Da notare che la realizzazione di ogni uovo richiedeva un lavoro certosino di almeno
un anno.
Fabergè è morto in Svizzera nel 1920.
Ogni uovo è... come dire ...., stupendo!
Meglio lasciar parlare le immagini!
Grazie Google per averci ricordato l'anniversario.
Non posso ignorare un giorno come questo. Perchè oggi non è una giornata qualunque, ma è l'anniversario della morte del Giudice Giovanni Falcone, della moglie Francesca Morvillo e degli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.
Si possono scrivere tante cose, ma a mio giudizio, è sempre meglio sentire parlare i diretti interessati.
Su internet c'è tanto materiale, tanti video interessantissimi. A me personalmente è piaciuto molto questo e ho scelto di pubblicarlo sul blog perchè sento parlare un uomo forte e coraggioso e allo stesso tempo tanto triste.
Io l'ho sempre ammirato non solo per le sue capacità di magistrato, per l'acutezza e l'intelligenza, ma anche per le sue doti umane: mai una parola fuori posto, sempre sorridente, a tratti con un velo di tristezza, preciso, diretto, ma sempre cortese. Un signore come pochissimi. Quanto stridono i post che si possono leggere sotto i video pubblicati su youtube dove i vari "commentatori", anzichè dialogare tra loro, uniti dal comune interesse per Falcone, si azzannano, si prendono a parolacce e lottano disgustosamente per chi la spara più grossa. Fuori luogo totale..... Clicchi "play"sul video e senti parlare un uomo da cui prendere esempio anche nel comunicare agli altri, nel rispettare il proprio interlocutore, che ha applicato il principio della coordinazione, della collaborazione tra più soggetti nel lavoro e che fanno i "fans"? Si scannano.....
Lo dico perchè il contrasto è veramente stridente e mi ha dato un fastidio....
Ma torniamo al video da me scelto, perchè voglio sottolineare un passaggio che continua a risuonare nella mia mente ed è quello in cui la giornalista Marcelle Padovani chiede a Falcone se qualche volta gli capita di avere paura. E Falcone le risponde: "L'importante non è stabilire se uno ha paura o meno, è saper convivere con la propria paura e non farsi condizionare dalla stessa. Ecco il coraggio è questo, altrimenti non è più coraggio, ma incoscienza".
Mi sono chiesta quanti saranno stati i momenti di scoraggiamento, di solitudine, quante saranno state le notti insonni, quanta la paura o la tentazione di mollare tutto per vivere come un uomo qualunque - se mai questa idea gli è passata per la mente - che non deve essere costretto a rinchiudersi per ritardare il più possibile l'incontro con la morte.
Mi viene il freddo solo a pensare alle telefonate anonime, alle lettere cariche di minacce che riceveva... Come si fa a non avere terrore??
In questi giorni ho visto tantissimi video, tante trasmissioni e mi sono resa conto di come Giovanni Falcone sia entrato nel cuore di tanti, tantissimi italiani. D'altronde, chi poteva avere le capacità di predisporre, insieme al Giudice Borsellino l'impianto accusatorio "a prova di bomba" che dal maxiprocesso ha retto fino alla sentenza della Corte di Cassazione, che niente e nessuno ha potuto ribaltare??? Nessun altro, appunto.
Ricordiamo e non solo oggi, la moglie di Giovanni Falcone, il Giudice Francesca Morvillo ed i coraggiosissimi uomini della loro scorta, di cui si parla sempre troppo poco, non so se per scelta dei loro familiari. E pensiamo anche a questi ultimi, che porteranno per tutta la vita un fardello davvero pesante. Come continuare a vivere dopo questi fatti? Con grande coraggio. Quello vero, non con la vigliaccheria di chi spara a tradimento o uccide con le bombe uomini di vero onore.