domenica 12 febbraio 2012

Come foglie - Malika Ayane


E' uno scherzo, vero?


"VANCOUVER (CANADA) - La polizia canadese ha reso noto ieri di aver aperto un'inchiesta sulla brutale uccisione, nella località sciistica di Whistler, di un centinaio di cani Husky che eranostati impiegati come cani da slitta per i turisti durante i Giochi invernali di Vancouver del febbraio dell'anno scorso.
I cani, rimasti senza lavoro, sarebbero stati uccisi a uno a uno per due giorni da un operaio che avrebbe usato un fucile e un coltello. Secondo testimoni citati dalla stampa locale, alcuni animali, feriti, sono riusciti a tirarsi fuori da una fossa comune. I motivi del massacro sarebbero puramente economici: le due società che avevano venduto ai turisti le escursioni in slitta, Outdoor Adventures e Howling Dogs, non avevano più bisogno dei cani, perché la richiesta di gite era calata dopo le Olimpiadi invernali.

La vicenda è stata rivelata dallo stesso uomo che ha ucciso i cani, il quale ha chiesto e ottenuto un indennizzo da una banca locale per lo stress subito. Il suo avvocato ha detto a una radio di Vancouver, Cknw, che "non poteva essere un'esecuzione fatta bene, con un solo proiettile a disposizione" e "inevitabilmente (l'operaio) ha dovuto vedere scene orribili e, per dovere, porvi fine". Secondo la legge canadese una persona che uccide o ferisce un animale rischia fino a cinque anni di prigione. Far sopprimere un cane da un veterinario costa circa 100 dollari. Molti veterinari rifiutano però di sopprimere animali in buona salute......." 
          (articolo tratto da Focus.it  del 2 Febbraio 2011)

La notizia risale all'anno scorso, ma non mi va di cercare    qualcosa di più attuale, perchè è sufficientemente triste.
In più una piccola ricerca su google propone una serie di immagini crude che neppure stavo cercando, per cui... Stop, può bastare..
Uno dei miei sogni è fare un giro,    anche una sola volta nella vita, in slitta con i cani da neve in un paesaggio innevato....
Poi leggi certe notizie....













Calzettoni per cani

                                                  Ah, aaahh! Anche voi con le calzette!!

                                                       foto tratta  dal sito http://blogs.reuters.com

All’inizio ho sorriso, pensando che i “calzini” fucsia fossero finti, ma poi leggendo il blog (è citato sotto le foto) ho scoperto che l'immagine non è ritoccata e che quelle specie di calzette servono davvero per proteggere le zampe degli animali. 
I cani, infatti, non stanno facendo una passeggiata qualunque, ma stanno gareggiando alla Sedivackuv, la corsa che si svolge nella Repubblica Ceca, sull’Orlickè hory (montagne dell’Aquila) situato nel nord – est della Boemia  al confine con la Polonia.  
Leggo in vari siti che la gara, disputata a fine Gennaio scorso, si svolge in quattro tappe e che il traguardo si trova nel villaggio di Destne.
Sembra che la Sedivackuv, nella sua categoria, sia una delle gare più impegnative d’Europa o, secondo altre fonti, la più difficile.
Come è facile intuire le temperature sono bassissime!



                                                                                    http://blogs.reuters.com

Mi aguro che i cani vengano trattatati bene, prima e dopo la gara.....
Sarà ..., ma a me quelle calzette non piacciono più tanto:come saranno a fine gara le zampe di questi bellissimi animali?

giovedì 9 febbraio 2012

Antartide

                                    Almeno tu sei a tuo agio in mezzo al ghiaccio !!


                                                           Foto Epa /Dean Lewins 

domenica 5 febbraio 2012

"Vecchie" nevicate romane


       
  Può essere interessante sapere che: 
"Il primo congelamento del Tevere di cui si abbia notizia è nel 400-399 a.C.;  fu un inverno talmente rigido che a Roma caddero 2,10 metri di neve; riportiamo quanto scritto da Dionigi di Alicarnasso: 

“A Roma  vi fu una precipitazione nevosa molto abbondante, e dove la neve cadde in minor  quantità non fu inferiore ai sette piedi. Vi furono alcune vittime, e specialmente la perdita di greggi, mandrie, bestie da soma, alcune per assideramento, altre per impossibilità di nutrirsi. Gli alberi da frutto che non poterono reggere la troppa  neve furono spezzati dal vento o ebbero i germogli avvizziti e non diedero frutto per molti anni. Molte case crollarono e alcune furono travolte, specialmente quelle in pietra durante i cicli gelo-disgelo delle nevi. Non abbiamo nessun’altra notizia storica di calamità di questa portata, né prima né dopo, sino ai giorni d’oggi, a questa latitudine […]Questa fu la prima ed unica volta in cui le condizioni atmosferiche di questa regione ebbero un tale scarto dal livello termico tipico di questo clima.”(in Storia di Roma Antica, XII, frammenti,8,1-3). 
Anche Tito Livio descrisse quell’inverno:”Quell’anno fu eccezionale per l’inverno rigido e le nevicate fino al punto da rendere impraticabili le strade e il Tevere non navigabile[…] L’inverno fu severo sia per l’instabilità della situazione meteorologica che improvvisamente alternava le condizioni climatiche, sia perché per qualche altro motivo una grave pestilenza colpì tutti gli animali. Non trovando né la causa né vedendo il limite di questo flagello inarrestabile, su parere del Senato si consultarono i libri Sibillini.”(inStorie, V,13,1-2 e 4-5).
Nel 275 a.C. a Roma cadde tanta neve per quaranta giorni tale da ostruire le strade di Roma e portare il Tevere al congelamento, lo scrive Sant' Agostino (354-430): ”Quell'inverno fu memorabile perché incredibilmente rigido al punto che a causa delle nevi, le quali rimasero a una preoccupante altezza per quaranta giorni anche nel Foro, perfino il Tevere gelò. Se si fosse avuto ai nostri tempi, costoro ne avrebbero dette tante e tanto grosse. Allo stesso modo una straordinaria epidemia, finché infierì, ne fece morire molti. Ed essendosi prolungata con maggiore virulenza nell'anno successivo malgrado la presenza di Esculapio, si consultarono i libri sibillini” (in La Città di Dio, libro terzo, 17.3; nel testo sono molte le calamità descritte).
All’incirca dal 300 a.C a circa il 400 d.C il clima fu caratterizzato da un riscaldamento, spesso a Roma si soffriva il caldo estivo. La causa però più che per il “riscaldamento globale” secondo alcuni era per come la città era stata ricostruita dopo l’incendio del 64 d.C.: ”Secondo qualcuno però, il vecchio tracciato era più salubre in quanto le strade strette e le case alte non lasciavano penetrare altrettanto la vampa del sole: mentre ora quegli spazi larghi, non protetti da un po’ d’ombra, si arroventavano e il caldo era ben più opprimente” (Tacito, Annali, XV, 42-43). 
Oltre a divenire le temperature più miti, mediamente le precipitazioni diminuirono; da quanto scrive lo studioso latino Giunio Moderato Columella le piante rilevarono questo cambiamento: ”Molti studiosi degni di fede hanno espresso l’opinione che il tempo e il clima sono mutati[…] di ciò era convinto anche l’autorevole scrittore di cose agrarie Saserna, il quale afferma che le condizioni del clima erano di molto mutate, per cui certe regioni che in precedenza non potevano consentire la crescita di alcune specie di vite e di olivo a causa dei loro rigidi inverni, nel suo tempo erano diventate ricche di pingui oliveti e vigneti, dato che il clima freddo dei tempi passati si era fatto più tiepido e mite” (in De Re Rustica, libro I, 1.2-5). 
Columella  inoltre descrisse come i suoi contemporanei si lamentassero del tempo:”Sento spesso i cittadini più illustri che si lamentano ora della sterilità dei campi, ora della variabilità del clima, da lungo tempo ormai sfavorevole all’agricoltura.”(in De Re Rustica, Praefatio, 1). Lo spostamento verso nord, osservato da Columella per l’olivo e la vite, fu rilevato per il faggio da Plinio (in Storia Naturale, XVI, 15 v.36) e Teofrasto (in Delle piante, 3,10): quel tipo di albero un tempo si manteneva alla latitudine di Roma e con il trascorrere degli anni si era spostato in Italia settentrionale.
Il 12 febbraio 2010 è stata l’ultima volta in cui il Colosseo è stato imbiancato dalla neve, il Sindaco allora commentò: «Ce la siamo cavata». Speriamo che stavolta, nonostante la corsa per eseguire gli impegni già previsti per la giornata, si riesca a trovare la volontà per concederci una pausa per apprezzare ciò che probabilmente accadrà intorno a noi, la bellezza del Creato. Speriamo che la neve a Roma desti nell’animo degli abitanti “un senso di speciale allegrezza” proprio come accadeva nel 1887, che più di qualche famiglia si meravigli di ciò che accade e non solo dei disagi.
PS: I singoli eventi meteorologici non hanno alcuna capacità di descrivere e/o provare come è il clima, l’andamento climatico riportato nell’articolo è una sintesi di studi scientifici di climatologia storica"
          L'articolo è tratto da "La Bussola quotidiana" ,

Roma sotto la neve



Polemiche a parte, diamo uno sguardo alla nostra capitale imbiancata con alcune foto scaricate dal web. La maggior parte risalgono a Venerdì.
Sono certo suggestive, ma pensare che ha nevicato così tanto a Roma, a me da da pensare...


                                             foto tratta da www.iljournal.it




foto tratta dal sito del Comune di Roma


                                                              www.mister-x.it



                                                              www.mister-x.it

venerdì 3 febbraio 2012

L'altra faccia dell'inverno

e questa è una immagine che fa sparire il fascino e la poesia dei fiocchi di neve..




Un pensiero particolare ai senzatetto e un grazie ai volontari che, aiutandoli, compiono un bellissimo gesto

Neve

                          Il freddo e la neve piacevole da vedere